Ho accennato al fatto che la storia, la gravidanza di Camilla, è piuttosto particolare.
Per dover di cronaca, credo sia giunto il momento di
raccontarla fino in fondo.
Tutto ha inizio il 17 Maggio 2014, quando, con due giorni di anticipo, decido di fare il test di gravidanza.
Il risultato lo conoscete già, quindi niente suspance per voi: positivo!
Arrivavo da un aborto avvenuto alla 7° settimana, che mi ha colpita, delusa più che altro, ma non mi ha devastata.
Ricordo ancora oggi quel bimbo, che considero il mio maschietto, anche se in realtà non ho mai saputo il sesso.
Camilla arriva un mese dopo, e
comincia così il periodo più difficile della mia vita, senza che io lo sappia.Ovviamente all'inizio ci sono le paure che un aborto spontaneo si ripresenti, sopratutto a causa di continue piccole perdite ematiche. Ma Camilla resiste, così il
14 Giugno la vediamo per la prima volta: il suo cuore batte velocissimo e così anche il mio per l'emozione.
Immediatamente arriva anche la nausea, una vera tortura, che mi fa perdere 5 chili (anche se questo non è proprio stato un male!).
Devo dire che Camilla è stata un pochino più brava di Aurora in questo frangente: dopo i primi 3/4 mesi di vomito, sono poi riuscita a mangiare quasi di tutto, mentre sua sorella mi ha costretta a Pasta col pomodoro e prosciutto per nove mesi!
A partire dalle 16 settimane la situazione sembra migliorare: ormai la paura iniziale sembra scomparsa, le nausee pure e mi concedo perfino una vacanza di una settimana a Cattolica.
Una bella settimana al cui rientro scopriamo anche che il bambino che cresce dentro di me è in realtà una bambina: Camilla Enrica.
Da questo momento il nostro legame diventa ogni giorno più stretto, anche perchè riesco finalmente a percepire i suoi primi movimenti.
Il pancione cresce velocemente e tutto sembra procedere per il meglio, anche le perdite ematiche sono scomparse da tempo.
Mi sento davvero in forma, piena di forse, forse grazie al secondo trimestre che corrisponde solitamente ad un periodo favorevole.Mi dedico anche al trasloco, senza esagerare ovviamente.
La situazione cambia radicalmente, anzi precipita, il 6 Ottobre 2014.
La giornata comincia come tutte le altre.
E' da circa una settimana che ripeto alle amiche e alla mia mamma che sento la bambina tanto bassa: "E' in una posizione diversa da quella di Aurora. E' proprio vero che ogni gravidanza fa' a sé" ripeto in continuazione senza ovviamente pensare a nessuna complicazione.
E' un paio di giorni che non dormo, la pancia mi fa un po' male, ma non sono contrazioni (le conosco non essendo la prima gravidanza). Imputo il tutto agli sforzi per il trasloco.
Così decido di riposarmi sabato e domenica.
Trascorro Domenica 6 Ottobre tra il divano di casa nostra e quello di mia mamma.
La sera, dopo cena, vado in bagno a lavarmi: faccio pipì ed un bidet.
Sento una sensazione strana, come se dovessi spingere e mentre mi lavo sento una gnocca, una palla che preme lì.
Subito non capisco e ritraggo la mano, poi ritocco con prudenza ed è così che
accarezzo la testolina di Camilla ancora avvolta al sicuro nelle sue membrane.Urlo a mio marito di chiamare mia mamma e affidargli Aurora e di portarmi di corsa all'ospedale: Camilla sta nascendo, ma sono solo 23 settimane + 6 giorni, troppo presto.
In ospedale confermano l'infausta situazione consigliandomi un cerchiaggio d'urgenza che mi viene praticato la mattina seguente.
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Abbiamo il 50% di possibilità di riuscita, ed in caso di nascita fortemente prematura, anche Camilla ha il 50% di possibilità di sopravvivenza.
La sento scalciare ed agitarsi dentro il mio pancione, quasi come se mi dicesse io lotterò, e così è.L'intervento riesce, il cerchiaggio tiene, non ho contrazioni forti e le membrane non si rompono.
Dopo tre giorni sono stabile e vengo trasferita a 100 km da casa, in un Ospedale di terzo livello, ovvero attrezzato con la Terapia Intensiva Neonatale.
Qui resto in osservazione per 11 giorni in modo da poter offrire la miglior assistenza alla mia bimba se mai dovesse nascere.
Vengo dimessa il 17 Ottobre con l'obbligo di riposo assoluto e l'assunzione di progesterone.I mesi seguenti sono mesi "noiosi": trascorro le mie giornate tra letto e divano, leggendo libri e guardando la tv. Non posso occuparmi delle faccende domestiche e nemmeno di Aurora.
Per questo motivo mio marito richiede un periodo di aspettativa che non gli viene consesso e quindi lo trasforma in congedo parentale per Aurora che non ha ancora tre anni.
Questo e un diverbio con il suo responsabile gli costano il posto di lavoro.
La famiglia prima di tutto , è ciò che entrambi pensiamo.
Esco di casa solo per effettuare delle visite:
Camilla cresce, sta bene.Solo io continuo ad avere forti dolori, che non sembrano contrazioni, ma come un costante peso, dolore.
Arriva dicembre ed ormai prendo 3 pastiglie di progesterone e 3 di buscopan al giorno.
Nessuno credeva sarei arrivata fin qui: mi dicevano speriamo di portare avanti la gravidanza almeno fino a 28/30 settimane. Ora siamo oltre, un grande, grandissimo traguardo, che io ritengo sufficiente per ricominciare ad alzarmi un pochino e riprendere a fare due passi.
A 33 settimane vado in ospedale a causa di un dolore ancora più forte. Mi fanno un tracciato: la parte bassa dell'utero rimane costantemente contratta, ma non in alto, quindi non vengono definite contrazioni.Passa anche Natale e Capodanno, rigorosamente a casa e arriviamo a Gennaio quando ormai è ora di toglire questo cerchiaggio.Il 13 Gennaio sono in Ospedale dove la Dottoressa dopo un quarto d'ora di sofferenza (il cerchiaggio si rimuove ambulatoriamente senza anestesia) riesce a togliere il filo. Patisco proprio tanto male.
Dopo un controllo con un tracciato mi mandano a casa, dicendomi che probabilmente avrei partorito nel giro di un paio di giorni dal momento che la bambina è grande e il mio collo dell'utero non aveva tenuto in precedenza, quindi perchè tenere ora?
I giorni passano, ma Camilla proprio non si decide.
Io ormai
mi dedico a qualsiasi tipo di attività per cercare di accelerare il travaglio e il parto.Smetto il progesterone e il buscopan, prendo solamente la cardioaspirina a causa di un'ischemia cerebrale che ho avuto a 17 anni e i medicinali per l'asma.
Tengo anche sotto controllo la pressione poiche per Aurora ho avuto un principio di gestosi proprio gli ultimi giorni prima che nascesse.
I dati sono buoni, anche se è altalenante, a volte fa dei picchi che però rientrano nel giro di 24 ore.
Arriviamo a 39 settimane e
l'asma peggiora drasticamente: mi sveglio di notte in apnea e fatico a regolarizzare il respiro. Così mi reco in ospedale per un consulto urgente durante il quale la Dottoressa mi paventa la possibilità di fare una radiografia per capire se ci sono problemi.
Chiedo di evitarla e mi vengono prescritti medicinali più forti e un antibiotico per via dell'infezione che ho alle vie respiratorie (una tosse forte e persistente).
Riferisco tutto al mio ginecologo, come di ha imposto di fare l'Allergologo e lui mi dice di seguire la cura, ma non sembra preoccupato.
Sono
40 settimane e tutto tace. Ho rifatto una visita di controllo dove si riscontra un assottigliamento del collo con un principio di dilatazione, così penso: "Ci siamo!"
Ma non è così.
Di notte
le crisi respiratorie si intensificano ed arrivo a pensare che qualcosa non vada davvero bene. Lo dico anche al mio ginecologo. Vorrei non aspettare altri 10 giorni per l'induzione, ma lui mi dice che non può far nulla: ci sono delle linee guida da seguire, un protocollo e di vedere cosa dicono e valutano ai controlli post termini.
Sabato 1 Febbraio faccio il primo tracciato tocografico e valutazione AFI (controllo della quantità del liquido amnitico): nessuna contrazione, il liquido è abbondante e la placenta è posteriore.
Non interessano altri dati. Nessuna visita interna. Ripeto che le crisi sono aumentate e che credo esserci qualcosa che non va ma mi viene ripetuto di seguire la terapia prescritta e che va tutto bene, la bambina sta bene.
Lunedì 3 Febbraio ripeto gli esami (tracciato + AFI). Anche questa volta nessuna visita interna o ulteriori accertamenti.
Essendo un altro medico ripeto ancora dell'asma e chiedo l'induzione quel giorno; "Cosa cambia se lo facciamo oggi?" chiedo al ginecologo.
"Non si può, le linee guida dicono che bisogna attendere 10 giorni dopo la scadenza. E poi potrebbe entrare in travaglio naturalmente " e me lo mette pure per iscritto.
Torno a casa sconsolata, però penso: devo resistere solo due giorni ancora e poi tutto questo sarà solo un brutto ricordo!
Quanto mi sbagliavo! Non sapevo che il peggio, l'Inferno, doveva ancora venire.
Martedì 4 Febbraio ricontrollo la valigia, anche se è pronta da mesi, sistemo la casa e sbrigo le ultime faccende.
Sono le 23:30 quando sento Camilla muoversi, un movimento fortissimo che vede perfino mio marito.Così la prego di non farmi stare sveglia tutta la notte perchè l'indomani sarebbe stata una giornata impegnativa.
Vado a letto e la saluto: "Buonanotte Cucciola, domani è finalmente il grande giorno!"
Quello è stato l'ultimo momento in cui ho salutato e sentito Camilla viva...
Adesso chiedo a Voi di commentare, anche se a posteriori ( che è sempre più facile), cosa ne pensate? Cosa avreste fatto voi?